mercoledì 23 marzo 2011

E TI VENGO A CERCARE.

Una volta tanto tempo fa ti cercavo per trovare la mia essenza.
In essa mi perdevo e ritrovavo. Godevo.
Il mio circuito limbico, la parte più antica del nostro cervello, continua a proiettare la tua immagine svanita e svaghita nella mia cornea. Mi toglie il sonno, il ristoro, la pazienza.
Allora vengo da te. Nell'ora più buia della notte. Non esiste solo il tangibile.
Sono nella molla che accompagna il tuo cullarti.
Sono nel torpore che precede l'abbandono.
Sono in un bracciale che protegge le tue vene.
Sono nel pensiero che non puoi lasciar andare.
Mi tolgo il sonno, il ristoro e la pazienza, per venirti a cercare.
Nell'attimo in cui non potrai conservarne il ricordo, ma percepirne solo l'emozione.
Perchè il ricordo muta, evolve, contagia. L'emozione è immane ed immane.

“Questo sentimento popolare, nasce da meccaniche divine.
Un rapimento mistico e sensuale m'imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri”.


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