sabato 12 febbraio 2011

ESCAMOTAGE.

Ho ricevuto una lettera. L' ho letta come spettatrice indifferente di un flusso di coscienza altrui. Che poi alla fine, è proprio questo il compito della letteratura.
L'ho aperta, mi sono sdraiata, ho acceso la luce, preso le sigarette, steso i piedi. Fondamentale quando si legge è la posizione. Se stai scomodo ti deconcentri, se stai troppo comodo ti addormenti. Bisogna impegnarsi nel trovare la posizione.
Non era indirizzata a me. La lettera era indirizzata a molti. Io non lo conosco neanche questo tizio.
Però c'era qualcosa che mi somigliava e prendeva in quelle parole.
Forse il solito legame empatico che si crea sempre tra scrittore e lettore. Forse similitudine di pensiero. Forse assuefazione alla parola.

“Caro lettore ideale. Ascoltami per un po', se vuoi.”
- Questo cita Calvino. Di solito leggo tutto quello che mi capita davanti agli occhi, ma se nella prima frase, non c'è qualcosa, smetto. Qui c'è Calvino nella prima frase.-
“Sto per affrontare un viaggio non importa verso dove, devo affrontare me stesso.
Sono in un vagone rumoroso, molto rumoroso.
Sono solo. I rumori provengono da chiacchiericci a volta nitidi, a volte lontani. Ma io sono solo.”
-No. Ecco lo sapevo, il solito scritto di formazione. Che palle. Ora si scava dentro, me la mena con le sue turbe più remote, per poi alla fine riscoprirsi migliore. Ma la gente ultimamente sa solo scavarsi dentro e fare flash mob? Fosse interessante almeno quello che hanno dentro, sono sempre le solite, feci. Ma fate la rivoluzione, cazzo.
C'era Calvino però.-
“La gente parla come se fosse qui per sempre. Come se il mondo gli sia sempre appartenuto e sempre gli apparterrà. Tutti troppo concentrati sul proprio io per rendersi conto che in milioni di anni, le altre persone, prima di noi, hanno inventato, costruito, abolito, distrutto. Sono nati e morti, in un arco di tempo assolutamente insignificante per la storia dell'uomo. A meno che, tu non sia stato Freud, Che Guevara, Lenin o Einstein. Uno di quegli immortali insomma, che anche per sentito dire, tutti sanno chi sia. La stragrande maggioranza di noi è inutile per il genere umano, per l'evoluzione. Anch'io e anche questo fottuto viaggio in treno. E' rassicurante sapere però, che la mia tomba si unirà alla stragrande maggioranza delle tombe che quando cammini in un cimitero guardi solo perchè ce l'hai davanti. Mica come quella di Jim Morrison. La gente va a Parigi per la torre Eiffel, il Louvre, le baguette e la tomba di Jim Morrison. Che culo.
Certo, se ci schiantassimo per chissà quale assurdo motivo balzeremo agli onori della cronaca, almeno per un po'. Tipo, macchinista animalista deraglia uccidendo ducentocinque persone per salvare una famiglia di procioni sulle rotaie. Così però, si parlerebbe solo di quello scemo. Non delle duecentocinque persone, fra cui io, morte per un deficiente. Ma se mi salta la testa, e arriva sulla tavola di una felice famigliola, pronta a pranzare, divento un caso.”
-Accendo una sigaretta.-
“Però non è ora di pranzo, e arriverò prima di cena. Sono destinato all'anonimato.
Pensare che volevo fare il giornalista. Informarmi per informare, entrare nelle budella dei fatti per capire e condividere. Condividere, cazzo.
O signore, perchè mi hai fatto comunista.
L'invocazione al signore, dio vostro, non ha senso, essendo io ateo. Ma mi è sempre piaciuto essere enfatico. Infondo volevo fare il giornalista, qualche minchiata bisogna dirla. E poi gli ossimori nascosti sono il meglio che la letteratura ha da offrirci. Sono un fottuto genio, anonimo.
Che una mattina si è svegliato mezzo fatto, dopo parecchi whisky, e, ha capito che per fare quella roba devi lottare e ammazzarti prendendo querele, insulti e mai riconoscimenti. Se non da qualche decina di persone sveglie che capisce la verità.
No, sono troppo pigro e ambizioso. Non voglio salvare il mondo, voglio solo restarci. Anche come testa mozza su un tavolo, ma restarci.
Mi auguro che a questo punto, tu abbia capito lettore ideale.
Che altro non sei che un direttore di giornale, un giornalista, uno scrittore, un proprietario di una casa editrice o un manager. Se non sei nessuno di questi, ho sbagliato indirizzo.
Si ho detto comunista e ateo, ma mica sarete maccartisti. E si, ho citato Calvino e poi sono stato scurrile, l'ho fatto proprio per quei puristi della letteratura che se vedono una citazione, vengono, urlano di piacere...ahhhh siiii, Calvino.
Le vedo nitide quelle troie di biblioteca. I puristi, sono sempre donne.
Vabbè la chiudo. Riassunto. Mi chiamo Davide, ho trenta anni, sono laureato (se vuoi sapere in cosa, chiamami baby). Sono comunista, ateo e anche un po' figlio di puttana. Voglio scrivere. Mi piace scrivere. Tutto. Tranne di sport. Troppi soldi di mezzo, io non so fare i conti e poi divento invidioso. Sono comunista mica perfetto.
Chiamatemi.”

-Vengo.-

2 commenti:

  1. Anche io sono comunista e sono ateo, ma tu hai sprecato più tempo di me. Perchè di solito ci si mette di più a scrivere che a leggere.

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  2. sprecare non è un verbo che mi piace. di solito uso solo le parole che amo. e io amo molte parole.

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