giovedì 16 giugno 2011

Forza centrifuga.

Mi brucia lo stomaco, mi si annebbiano i ricordi.
La testa vola in eremi affollati, montagne scottate dal sole invernale. Attraversa mari dolci e laghi salati.Corre verso fiumi infiniti e sopra stelle ghiacciate.
Se chiudo gli occhi lacrimo, mi sale il reflusso, vomito.
Se mi gratto sanguino.
Se dormo mi sposo.
Se cammino cado.
Il telefono squilla. Sempre. Squilla. Io chiamo solo a vuoto, nessuno mi risponde.
Possiedo solo un cumulo di interrogativi.
Gli eremi sono sempre più affollati e mi scoppia la testa. Le montagne più afose, il mare è tondo e i vortici mi assorbono. Nel lago ci sono gli squali ma Spielberg non c'è. Sulle stelle ho freddo e non ci sono fiori.
Mi brucia lo stomaco, mi vibrano i nervi. Ho un attacco di vertigini. Vomito.
Scendo dalla macchina e non so dove sono. Squilla il telefono, ma io non ho più voce.
Il sole albeggia da ovest. Strano la PFM diceva diversamente.
Mi addormento.
Volo verso eremi solitari, montagne innevate, mari infiniti pieni di spuma salata. Attraverso laghi vulcanici, il fiume inizia e sfocia. Una stella m'illumina.
Mi è tornata la voce, chiamo e mi rispondono. Non lacrimo più. Non sanguino, perchè non ho prurito.
La forza centrifuga mi tiene salda. Sotto di me c'è il vuoto ma la fisica impedisce che ci cada.
Se il mondo dovesse fermarsi precipiterei. Ma non si fermerà, Locke si sbagliava. La catena causa-effetto esiste, il mondo gira, sempre. Io non precipito. Certo la pressione è forte, ma chissà cosa accadrebbe nel nulla.



Il sole come sempre sarà.

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