giovedì 15 dicembre 2011

HOWEVER FAR AWAY.

Lontananze,
che come ogni cosa assumono un valore non opinabile, questo perché le traduciamo in numeri, chilometri, passi, miglia, ore. Traduciamo qualsiasi cosa in numeri. L'essenza dei nostri rapporti si limita alla mera misurazione di essi.
“Ci vediamo fra tre ore”- “Ci conosciamo da 10 anni”- “Fra 20 chilometri sono arrivata”-
In queste frasi c'è contenuta l'attesa, la confidenza e la mancanza.
Perché le misuriamo? Perché le rendiamo sterili numeri?
Linguaggio e matematica sono inopinabili, in quanto convenzioni. Ma sono opinioni, giuro.
Quaranta è un numero minuscolo se ad esempio contiamo le cellule di un corpo, un numero notevole se è l'età di una donna single, enorme se è il numero delle persone con le quali sei stata a letto a 20 anni.
Eppure è lo stesso numero, la sua valenza cambia a seconda del contesto, un po' come una “s”.
La “s” tra due vocali è sonora, musica. La “s” geminata è sorda, sassolino.
Convenzioni, noi siamo convenzioni. Pensate. Se non sei in grado di spiegare qualcosa, non la conosci, o non conosci il modo convenzionale per renderla?
Ogni segno, suono che noi produciamo attraverso parola e scrittura diventa una proiezione del nostro pensiero. Noi siamo una convenzione. La lontananza non è un numero, è una condizione.
Per esprimerci meglio dovremmo stare un po' più zitti e guardarci di più, however far away.

Nessun commento:

Posta un commento